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CHI SI FA PIÙ MALE SE IL C.I.T. FALLISCE?

Torna questa sera in Consiglio Comunale la delibera CIT riguardante il percorso di conversione in società pubblico-privata, unica via per evitare il fallimento. Questa sera saremo ad un crocevia decisivo.

Lo scioglimento del C.I.T. ha effetti traumatici per la società, a farne le spese saranno soprattutto gli oltre 40 dipendenti, che perderanno il lavoro ed anche i fornitori.

Ma conseguenze non meno pesanti graveranno sui Comuni soci, primo tra tutti e più degli altri, il Comune di Novi Ligure.

Infatti, la cessazione dell’attività del C.I.T. determina l’automatica risoluzione del contratto di concessione del parcheggio Movi Centro ed, altresì, del contratto di mutuo acceso dalla società, su cui il Comune ha rilasciato apposita fideiussione. La risoluzione del contratto di concessione determina un onere del Comune nei confronti del C.I.T., pari al valore contabile netto dell’opera, ridotto dell’accollo del debito residuo del mutuo, per un importo di € 634.067. A sua volta, la risoluzione del contratto di mutuo ne implica l’immediata estinzione, con una penale dell’1,5%, per un ammontare di € 1.699.835. Ne consegue un onere complessivo, a carico del Comune di Novi, di € 2.333.902 che sommato a quello derivante dalle quote di perdite che il Comune si è già impegnato a ripianare, porta ad un totale di € 2.874.704. 

Si profila, quindi, la formazione di un disavanzo di amministrazione, che richiederà l’adozione di un apposito piano di rientro le conseguenze del caso, in termini di aumento di imposte locali e/o di riduzione delle spese sia correnti che in conto capitale, visto che non basterebbero neanche tre anni di avanzi come quello del 2019 per coprire un deficit di quasi 2.900mila euro.

Il fallimento dell’azienda, poi, proibirà ai Comuni soci, per i prossimi cinque anni, di acquisire o detenere partecipazioni in società che svolgano attività analoghe a quelle affidate direttamente al C.I.T., ossia servizi di TPL (essendo il contratto relativo al trasporto urbano sistematicamente rinnovato dal 2003), di trasporto scolastico e di gestione di parcheggi a pagamento. 

Naturalmente comporterà da subito la cessazione della parte prevalente dei servizi di TPL attualmente offerti dal C.I.T., in quanto l’unica linea economicamente autosufficiente è rappresentata da quella che collega i Comuni di Novi, Serravalle e Arquata, con buona pace delle misure di distanziamento adottate per la riapertura delle scuole.

Tutte le drammatiche conseguenze sopra indicate possono essere evitate pubblicando il bando di gara previsto dalla revisione del piano di risanamento e convertendo in ‘’mista’’ la società. In tal caso, anche i costi a carico dei Comuni sarebbero nettamente inferiori. Ed, in quest’ambito, il Comune di Novi avrebbe un risparmio complessivo di oltre € 2 milioni evitando il probabile aumento delle tasse ai Novesi. 

I Consiglieri questa sera saranno responsabili? faranno gli interessi della comunità novese?

Se ce ne fosse bisogno, questi dati confermano che il fallimento non è mai un buon affare e ricordano che chi va per suonare, spesso torna suonato!

GreenWidow

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