Siamo entrati nell’era della “smaterializzazione”. Tutto viene smaterializzato: i cd, i libri, i documenti, il denaro, le ricette mediche…
Da un po’ di tempo a questa parte la dilagante smaterializzazione ha coinvolto anche la politica, a partire dai suoi luoghi deputati.
Non c’è più bisogno di riunirsi in una sede fisica, dove discutere, magari anche litigare (perchè, diamine, la politica è anche dialettica!), per poi trovarsi sempre (o quasi) d’accordo. Oggi la sede è sostituita dal blog e gli iscritti dai “followers”.
Accade che un qualsiasi “rompiscatole di partito” (sia detto bonariamente), tanto per intenderci uno di quei tipi che ti facevano fare tardi alle riunioni di sezione, perchè avevano da eccepire su tutto, anche sul colore della tua maglia o sul taglio dei capelli di tua moglie, con un blog, dieci followers, molta presunzione, pochissimo buon senso e frustrazione in quantità industriali diventi nientemeno che un “capo corrente”, in grado di influenzare con i suoi trascurabili scritti un partito alla deriva.
Se un tempo i “rompiscatole di partito” venivano liquidati con un armamentario di gesti molto efficace, che andava dalle spallucce alla pernacchia (e nei casi più gravi anche a qualcosa in più di un buffetto), nell’era della smaterializzazione della politica un blog può trovarsi inaspettatamente elevato ad altissima dignità se… recensito e non trovare efficaci argini. Già Umberto Eco, intellettuale che più di sinistra non si può, ci ammonì sul rischio che il web conferisse lo statuto di opinion leader ad un qualsiasi “rompiscatole di partito” (non ce ne voglia il defunto semiologo ma l’espressione dal lui usata, per quanto a nostro avviso assai efficace, ci pareva un tantino eccessiva), che dopo aver berciato al bar Sport sotto gli effetti del nettare delle uve nostrane sarebbe stato messo a tacere dal primo avventore più interessato alle grazie della barista che alle frustrazioni del suo occasionale e indesiderato compagno di bevute.
Infatti, il discrimine tra chi, emerso faticosamente dal deep web a colpi di tag e di banner, e il blog da recensire e magari inserire in rassegna stampa sta proprio nell’effetto di un clic: un clic, magari involontario, può elargire una fausta “botta di vita” anche a chi non ha ancora capito di contare, socialmente e politicamente, quanto lo sbiragoffo…
IL CASTIGAMATTI