Apprendiamo dai “pettegolezzi” quotidiani in uso tra i social che il nostro attuale Sindaco non sarebbe in grado di elaborare “un disegno di Città”.
Quell’accusa, affermazione volutamente offensiva nei confronti dell’attuale Primo Cittadino, verrebbe portata avanti da una corrente di pensiero tendente a dimostrare l’incompetenza ad amministrare, unita ad una scarsa capacità di condurre la Giunta verso le azioni necessarie per soddisfare le attese degli stakeholders di Novi. Corre subito il pensiero, allora, a chi prima della nostra compagine, ha amministrato la Città, soprattutto nella passata consiliatura ed i riferimenti ad un chiaro disegno prospettico ci balzano subito all’attenzione, ma rappresentano tutti aspetti decisamente negativi rispetto alle intenzioni del “Disegnatore”
1.- Da tempo non se ne parla più, ma le conseguenze della scellerata soluzione pretesa nei confronti delle Ferrovie di far transitare i convogli ferroviari della Alta Capacità/Alta Velocità sulla vecchia linea esistente, con l’inconsistente miraggio di riportare occupazione allo scalo di San Bovo, ormai abbandonato anche nei collegamenti, torneranno a farsi sentire: intanto per la realizzazione del cosiddetto “salto di montone” la cascina Motta nei pressi della Barbellotta è già stata demolita, tra breve inizieranno i lavori per la realizzazione delle paratie anti rumore e vedremo quali devastazioni avverranno nel panorama cittadino. A chi sottolinea la caratteristica obbligatoria di tali opere protettive, con la giustificazione che sono comunque previste dalle disposizioni che riguardano le ferrovie è giocoforza obiettare che se le linee Milano e Torino fossero state realizzate nello shunt fuori dal centro cittadino, nell’originario tracciato per il quale l’amministrazione precedente si è affrettata a chiedere la modifica, tutto ciò non sarebbe stato necessario. Questo vi sembra “un disegno di Città”?
2.-Il rinvio nel 2018 dell’avvio della raccolta porta a porta dei rifiuti urbani ad una data successiva alla competizione elettorale, al fine di non turbare le menti degli allineati, è stata forse la manifestazione di una paura nell’affrontare temi che rappresentavano ormai un impegno assunto nei confronti della normativa regionale. Si potrebbe rispondere che il tutto rientrasse nella norma politica, in decisioni politiche che si assumono come un’arma da sbandierare quando fa comodo, ma da nascondere quando, pur avendo pattuito contrattualmente la partenza di un’iniziativa obbligatoria, si tema il giudizio del popolo. E questo “non svegliare il can che dorme” è forse inteso quale “un disegno di Città”?
3.- L’aver adottato un piano di risanamento del CIT SpA, con un semplice passaggio in Assemblea dei Soci da parte dell’allora Assessore alle Partecipate, senza che il Consiglio Comunale fosse informato, senza averlo mandato né alla Corte dei conti né all’Autorità di Regolazione dei Trasporti, come prescrive l’art. 14 del D.Lgs. 175/2016, piano che fin dai primi mesi dalla sua adozione, oltretutto con impegni finanziari della Giunta Comunale errati, e con un vincolo di una fideiussione capestro posto a carico dell’amministrazione Comunale, ha dimostrato chiaramente la sua incompletezza e la sua inadeguatezza a risolvere le gravi problematiche che affliggevano ed affliggono tutt’ora la Società è forse inteso quale “un disegno di Città”?
4.- Concedere in locazione all’INPS i locali di Palazzo Pallavicini, senza impedire che i nuovi inquilini sigillassero completamente la sala consiliare, impedendone l’uso al maggior organo decisionale del Comune, è forse intesa come un’azione di chi ha ben chiare le funzioni spettanti al Consiglio Comunale e quindi, di riflesso, con tali mancanze ha manifestato le proprie competenze in ordine ad “un disegno di Città” ?
5.- Lo stato di abbandono in cui abbiamo trovato l’edificio situato in fondo alla piazza Pernigotti, un tempo piazza del Maneggio, cioè la Cavallerizza, addirittura parzialmente crollata, senza alcuna progettualità futura, rappresenta forse quello che possa chiamarsi “un disegno di Città”?
6.- Le scadenze di parecchi Certificati di Prevenzione Incendi nei principali edifici appartenenti al patrimonio cittadino, quali il museo dei Campionissimi, le scuole, lo stadio Girardengo ed altri impianti sportivi il cui rinnovo è di importanza vitale per il prosieguo delle più normali attività (in particolare per le nefaste conseguenze che tali carenze potrebbero provocare per i piccoli frequentatori) nonché la carenza totale di presidi di sicurezza nei locali della Biblioteca Civica, rappresentano la prova di una perfetta aderenza a quello che potrebbe definirsi “un disegno di Città”?
7.- La non soddisfatta esigenza di un adeguato piano di manutenzione del verde pubblico, di una trascuratezza nel gestire gli immobili facenti parte del patrimonio immobiliare cittadino, compresi gli appezzamenti abbandonati (reliquati) da precedenti frazionamenti, completamente sconosciuti ai precedenti amministratori rappresentano “un disegno di Città”?
8.- Il Museo dei Campionissimi senza un adeguato impianto di climatizzazione a servizio degli ospiti visitatori e le strutture mobili (bancarelle) destinate agli operatori delle manifestazioni fieristiche (Dolci Terre) trovate completamente inadeguate dal punto di vista dell’antincendio e quindi inservibili fanno parte di “un disegno di Città”?
9.- La zona cittadina ex vecchio macello, meglio indentificata come Z3, rimasta nel completo abbandono per più di 50 anni e fatta oggetto ad un improvvisato “master plan” nel tentativo di rendere visibile una ipotesi risolutiva per il problema dei parcheggi destinati ai Novesi e per il degrado imperante lungo la via Pietro Isola ha voluto interpretare “un disegno di Città”? forse si, considerata la premura con cui fu presentato a pochi mesi dalle elezioni e considerate le attese manifestazioni di consenso (che non ci furono) ma che avrebbe dovuto strappare ad un elettorato avvezzo alle promesse di fine mandato.
10.- I rapporti con l’Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) e l’ingente debito accumulato nei suoi confronti a causa della inopportuna scelta di non rispondere a norma di legge con le procedure obbligatorie verso le acclarate morosità maturate nel corso degli anni assumono un significato particolare alla luce di “un disegno di Città”?
11.- L’incapacità di portare a definizione i rapporti con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Marenco, ed i conseguenti rallentamenti delle procedure di fine lavori e di collaudo dell’opera, sbandierata come ultimata nell’aprile del 2019, appressandosi le elezioni, sono la caratteristica di un ben preciso “disegno di Città”?
12.- Una discreta quantità di varianti al PRG, le cui istanze presentate da privati, vennero accumulate nel tempo e per la cui risoluzione venne impegnato il Consiglio Comunale nell’ultimo periodo utile antecedente le elezioni sono la chiara trasposizione di “un disegno di Città”?
13.- E per ultimo: il milione di euro speso per la nobile causa di asfaltare le strade del Basso Pieve e della zona Merella, opera decisamente meritoria, proprio a ridosso della competizione elettorale, lo vogliamo annoverare tra gli interventi tipici caratterizzanti “un disegno di Città”?